Lusaka: in mostra artisti italiani e zambiani

Sarà inaugurata il 19 aprile una mostra organizzata dall’Ambasciata d’Italia in Zambia nell’ambito del progetto di cooperazione culturale “Building an Art Bridge between Italy and Zambia”.

La mostra, allestita al National Museum di Lusaka, esporrà le opere di sei artisti italiani, alcuni dei quali presenti nella Collezione Farnesina (Pietro Ruffo, Domenico Bianchi, Gioacchino Pontrelli, Luca Catalano Gonzaga, Irene Kung e Matteo Montani) e dodici artisti zambiani. Curatore della mostra, insieme allo storico e critico d’arte Costantino D’Orazio, è l’artista e docente universitario zambiano William Bwalia Miko, Cavaliere della Stella D’Italia dal 2019.

La mostra sarà, inoltre, raccontata in un catalogo cartaceo, che verrà distribuito ai vertici istituzionali zambiani in occasione dell’inaugurazione. Tra gli artisti coinvolti nel progetto, Pietro Ruffo e Gioacchino Pontrelli saranno presenti a Lusaka durante il periodo di apertura della mostra (dal 19 aprile al 19 giugno) e si spenderanno nell’ambito dei numerosi eventi previsti, tra cui laboratori con gli studenti della scuola italiana di Lusaka, conferenze presso il centro culturale italo zambiano e presso lo stesso museo, collaborazioni con le realtà locali attive nel settore della conservazione delle risorse naturali e nella protezione dei parchi e della fauna. A conclusione della mostra i due artisti italiani doneranno all’Ambasciata le opere elaborate durante l’esperienza a Lusaka.

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Collezione Farnesina: “Quattro Stagioni” di Franco Fontana

Diamo il benvenuto in Collezione Farnesina all’opera “Quattro stagioni” (1974) di Franco Fontana (Modena, 1933).

La serie fotografica si compone di quattro paesaggi rurali, caratterizzati dall’uso originale del colore, squillante e vivo, che si combina all’interpretazione dell’ambiente naturale attraverso forme geometriche e linee essenziali.

Tra i maestri della fotografia a colori, sin dagli anni Sessanta Fontana racconta la natura, gli oggetti, le persone, le città, con una particolare sensibilità estetica e un’attenzione agli aspetti formali e percettivi del tutto originale, restituendo la realtà attraverso immagini fortemente pittoriche, spesso quasi astratte, in un perfetto bilanciamento tra luce e colori.

Come spiega l’artista, “con l’aiuto del colore, la creatività diventa sinonimo di un movimento che genera vita. Ma il colore è anche sensazione fisiologica, interpretazione psicologica emozionale, modo e mezzo di conoscenza ed è per questo fondamentale soprattutto nella fotografia”.

Franco Fontana, “Quattro stagioni”, 1974
4 fotografie, stampa cromogenica, cm 49,5 x 69,5 ognuna
Roma, Collezione I Cotroneo ©Franco Fontana

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Hanoi, mostra “Gli stivali di ceramica Bát Tràng”

La mostra “Gli stivali di ceramica Bát Tràng. An inspiration from Italy”, organizzata dall’Ambasciata d’Italia ad Hanoi in collaborazione con l’Hon Dat Viet Bat Trang Art Museum (Bat Trang Museum), è stata inaugurata il 10 aprile presso Casa Italia, lo spazio di diffusione della cultura, della lingua, dei prodotti, del modo di vivere italiano in Vietnam gestito dalla stessa dall’Ambasciata.

L’esposizione, che rimarrà aperta fino al prossimo 3 maggio, raccoglie e propone per la prima volta al pubblico la collezione completa di 12 stivali di ceramica creati dal defunto artigiano, Vu Thang. Un’eredità inestimabile dell’arte contemporanea vietnamita ispirata alla moda italiana. La mostra costruisce quindi un ponte artistico tra il Vietnam e l’Italia: elementi classici vietnamiti, come i motivi ceramici e i colori dello smalto, si fondono con l’eleganza e lo stile italiano. Un’espressione artistica ispirata dall’Italia, il “paese a forma di stivale”.

Il Museo Bat Trang è stato fondato grazie all’entusiasmo e agli sforzi dell’artigiano Vu Thang dopo quasi 50 anni di lavoro con la ceramica.

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Belgrado, conferenza su prossime sfide scienza e tecnologia

L’Ambasciata d’Italia a Belgrado e l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado hanno celebrato la V Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo, con un convegno dal titolo “Make science and technology ready for the next challenges”.

L’iniziativa ha dato l’occasione a scienziati e ricercatori italiani e serbi di confrontarsi e discutere delle politiche e dei programmi di ricerca che l’Italia e la Serbia stanno predisponendo per affrontare le future sfide scientifiche, tecnologiche e sociali. Scopo dell’iniziativa, proporsi quale forum per la presentazione e la condivisione di priorità, strategie e programmi nazionali in materia di “ricerca e innovazione” e istruzione superiore, concentrandosi sulle aree di interesse comuni più rilevanti.

Nel suo intervento di apertura, l’Ambasciatore d’Italia, Carlo Lo Cascio, ha sottolineato come “negli ultimi anni l’Italia e la Serbia abbiano avviato ambiziosi programmi di riforma e promosso investimenti importanti” nel settore della ricerca. “Questi programmi – ha aggiunto l’Ambasciatore – riconoscono il ruolo chiave dei sistemi nazionali di ricerca e innovazione nel fronteggiare le attuali sfide sociali ed economiche e nel migliorare il benessere dei cittadini”.

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Ignazio Cassis incontra il presidente della Lettonia Egils Levits a Lugano

Oltre alle relazioni bilaterali fra Svizzera e Lettonia e l’attualità che riguarda la guerra in Ucraina, è stata al centro dei colloqui fra il presidente della Confederazione Ignazio Cassis e l’omologo lettone Egils Levits anche la politica europea. I due presidenti hanno poi visitato il Museo Rainis e Aspazija a Lugano, che rende omaggio all’esilio in Svizzera dei due intellettuali lettoni nei primi anni del Novecento.

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I ministri di giustizia germanofoni s’incontrano a San Gallo su invito della consigliera federale Keller-Sutter

Su invito della consigliera federale Karin Keller-Sutter, l’11 aprile 2022 i ministri di giustizia germanofoni si sono riuniti a San Gallo per il tradizionale incontro a cinque, dedicato alla cooperazione giudiziaria in Europa e con la Russia, al diritto d’autore per le pubblicazioni giornalistiche e agli sviluppi in materia di digitalizzazione.
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Dichiarazione su passaggio di poteri nello Yemen

L’Italia accoglie con soddisfazione la decisione del Presidente dello Yemen di trasferire i propri poteri ad un Consiglio presidenziale. Questo sviluppo può aprire la strada al rilancio di un processo politico sostenibile e inclusivo sotto l’egida delle Nazioni Unite.

L’Italia ribadisce il proprio sostegno all’Inviato Speciale delle Nazioni Unite Grundberg e la sua soddisfazione per gli sforzi del Consiglio di Cooperazione del Golfo per il raggiungimento di questo obiettivo. Questa unità di intenti può ridare slancio al processo di pace.

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Comunicato congiunto degli Inviati Speciali per l’Afghanistan

Communiqué of the Special Representatives and Envoys for Afghanistan

Brussels, 05.04.2022

Special Representatives and Special Envoys of the European Union, France, Germany, Italy, Norway, the United Kingdom and the United States met in Brussels on 5 April 2022 to discuss the situation in Afghanistan. Deborah Lyons, SRSG for Afghanistan, also attended the meeting, which included technical sessions with the World Bank and UNICEF.

The Special Representatives and Envoys:

Reaffirmed their strong commitment to the Afghan people and the need to continue to address the humanitarian crisis in Afghanistan; the importance of adherence to International Humanitarian Law and the independence of humanitarian operations; stressed the importance of all humanitarian staff, including female staff, having unhindered access to any areas of the country necessary to perform their jobs effectively and the need for all Afghans in need to have unhindered access to humanitarian aid; and called for any remaining obstacle to the provision of humanitarian assistance to be removed immediately.
Condemned the Taliban’s decision on 23 March 2022 to continue denying Afghan girls the ability to attend secondary education, which contradicts the Taliban’s assurances to the Afghan people and to the international community; affirmed that every Afghan citizen, in all provinces of the country and regardless of gender, has an equal right to education at all levels; called for an immediate reversal of the ban on education for girls above grade 6; and emphasised that the type and scope of international donor assistance will depend, among other things, on the right and ability of girls to attend equal education at all levels.
Noted that their governments and organisations had already substantially increased humanitarian and basic needs support, including for healthcare, to the Afghan people to mitigate Afghanistan’s humanitarian and economic crisis and to ensure the continuation of basic services. Highlighted that 2.23 billion EUR were raised at the international humanitarian pledging conference on 31 March 2022, and nearly two thirds (1.42 billion EUR) of this total came from the combined pledges of the EU, EU Member States, Norway, the United Kingdom and the United States.
Reaffirmed that progress towards normalised relations between the Taliban and the international community will depend mostly on the Taliban’s actions and their delivery on commitments and obligations to the Afghan people and to the international community.
Raised strong concerns about the continued structural and systemic abuse of Afghans’ economic, social, legal, political and cultural rights, recognised in the international conventions to which Afghanistan is a State Party, including rights of ethnic and religious minorities and groups; and noted that such violations and abuses include killings, arbitrary detentions, enforced disappearances, physical abuse, torture, and the shrinking space for civil society, freedom of peaceful assembly and of movement.
Specifically condemned violations and abuses of the rights of Afghan women and girls in the country, including restrictions on freedom of movement, as well as exclusion from political, economic, educational and social spaces, and acknowledging also that women and girls are disproportionally affected by the humanitarian and economic crisis in Afghanistan.
Expressed concern over restrictions on freedom of opinion and freedom of expression, notably through media crackdowns, the increasing restrictions on broadcasters, journalists and media workers, particularly restrictions on women working in the media, as well as unjust detentions of journalists, and the prohibition on some international media outlets within Afghanistan.
Raised the importance of a genuine and credible inclusive political process in Afghanistan with the meaningful participation of women and religious groups and minorities, that leads to national reconciliation and broad-based and representative governance; emphasised that an inclusive and representative government is crucial for lasting peace and stability in the country; and noted the importance of the Taliban engaging regularly with other political and civil society leaders in a sincere dialogue that leads to an inclusive political system in which the rights of all Afghans are respected.
Discussed additional ways to help the Afghan people in sustaining their livelihood by stabilizing the economy and increasing liquidity in the country, and particularly highlighted the necessity of the Taliban creating favourable conditions, including an enabling environment for stimulating investment and other economic activity by adherence to rule of law; made clear that the Taliban expanding the capability and professionalism of the Afghan Central Bank, free from political interference, will be an important step toward stabilisation of the financial sector; agreed to further explore ways of addressing the macro-economic and financial sector crisis in the country and to closely coordinate on this issue.
Noted that the type and scope of future non-humanitarian development assistance to Afghanistan will be determined in large part by the Taliban’s actions and their upholding of the rights of all Afghans, particularly women, girls and members of minority groups.
Underscored that the Taliban must fulfil their counterterrorism commitments as well as their commitments to counter drug production and trafficking and welcomed the Taliban’s recent decision to ban opium cultivation.
Reaffirmed their expectations that the Taliban must allow safe, secure and orderly travel to and from Afghanistan, of both Afghans and foreign nationals, in full respect of freedom of movement and travel, policies to which the Taliban have committed in the past, as was highlighted in the UN Security Council Resolution 2593 (2021).
Highlighted the need for the neighbours of Afghanistan, the countries of the region, other Muslim-majority countries and all international partners to cooperate in Afghanistan with the interest of the Afghan people in mind, in view of alleviating their humanitarian and economic situation, meeting their basic needs, and promoting their human rights.
Welcomed the expanded role for the United Nations work in Afghanistan as spelled out in the Security Council Resolution 2626 (2022) renewing the mandate of UNAMA, and by the appointment by the Human Rights Council (HRC) of Richard Bennett as Special Rapporteur on the human rights situation in Afghanistan, and emphasised the importance of the United Nations, including the Special Rapporteur, having unhindered access throughout the territory of Afghanistan and to all Afghans.
Expressed their appreciation to the European Union for organizing these consultations and hosting the meeting.

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“Sanremo Giovani BiH”, terza edizione in Bosnia Erzegovina

L’Ambasciata d’Italia a Sarajevo ha sostenuto anche quest’anno il concorso amatoriale “Sanremo giovani BiH”, primo concorso di questo genere organizzato in Bosnia Erzegovina, alla sua terza edizione.

Alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia, Marco Di Ruzza, e su iniziativa del Primo Liceo di Sarajevo, si è svolto un mini festival che ha raccolto giovani studenti di italiano del Paese e loro coetanei amanti della musica italiana. Si sono esibiti gli studenti di otto scuole di sei città diverse del paese (Sarajevo, Banja Luka, Mostar, Kakanj, Foca, Trebinje), studenti che sono diventati così protagonisti per una serata della promozione della lingua e della canzone italiana. Presente all’evento, che si è svolto lo scorso 31 marzo, anche la Ministra dell’istruzione del Cantone di Sarajevo Naida Hota-Muminović.

La serata ha confermato, con un grande interesse del pubblico, l’amore di Sarajevo e della Bosnia Erzegovina per la rassegna sanremese, che anche a settimane di distanza dal Festival italiano continua a far cantare i giovani bosniaco-erzegovesi.

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Di Maio: “Stop al gas di Putin per fermare massacri vigliacchi” (Il Foglio)

Ministro, può ribadire che la Nato non vuole la guerra? “Certo, che non la vuole: è anche il motivo del no alla no fly zone. Non è creando una guerra più grande che si mette fine a quella in Ucraina”. In certe piazze il rischio Terza guerra mondiale viene usato come alibi per voltarsi dall’altra parte? “Sarebbe una catastrofe per l’umanità e non è, nella maniera più assoluta, nelle intenzioni degli alleati”. Ma il conflitto sembra non avere una data di scadenza. “Putin vuole mostrarsi in patria come vincitore: questa guerra sta uccidendo civili ucraini, allo stesso tempo sta distruggendo anche l’economia russa e gli effetti rischiano di far del male a tutta l’Europa. Per questo ogni sforzo deve andare verso la direzione della pace”. È un’indicazione nobile, ma anche impalpabile. Come si muoverà in concreto l’Italia? “Operiamo su tre fronti”. Ci dica i titoli. “Fermare il finanziamento all’esercito russo, raggiungere la pace, tutelare la sicurezza in Italia”. Ecco, lei è appena tornato in Italia mentre stanno lasciando il paese trenta “diplomatici” russi sospettati di spionaggio. Matteo Salvini e la Lega l’hanno attaccata: si è chiesto dov’è finito il sovranismo patriottico del Carroccio? “Eviterei di sventolare una bandierina elettorale, eviterei qualunque tipo di strumentalizzazione”. La vicenda è inquietante o normale? I servizi russi erano sotto copertura diplomatica in tutta Europa. Ce ne accorgiamo ora? “Uno dei nostri focus più importanti è la sicurezza nazionale: tutelare il paese e gli italiani non significa compromettere gli sforzi verso la pace o rompere irrimediabilmente le relazioni diplomatiche con altri paesi. Ma qui, tra le varie priorità, in ballo c’è la sicurezza del paese, non possiamo assolutamente trascurare questo aspetto. Per questo abbiamo espulso 30 funzionari dell’ambasciata con passaporto diplomatico o di servizio”. Lei dice che vanno chiusi i rubinetti alla Russia con nuove sanzioni ed embarghi per piegare il pil di Putin e dunque l’esercito russo, ma ammetterà che all’atto pratico la questione è complicata: è sicuro che l’Europa marci compatta per non parlare dei partiti italiani? “Serve un’azione coraggiosa dell’Ue, su questo l’Italia darà il massimo. Non lasceremo sole famiglie e imprese italiane. Su questo l’Italia deve portare avanti una battaglia decisa, senza divisioni interne”. Ma i distinguo, i se, i ma e i come iniziano a spuntare nella Lega e nel suo M5s. “Non ci sono veti italiani a un blocco dell’import di gas russo. Il nostro ragionamento si proietta sul sostegno a cittadini e imprese: adesso, da parte dell’Ue, è essenziale introdurre il tetto massimo al prezzo del gas, oltre che un fondo compensativo, un vero e proprio fondo di emergenza Ue, per andare incontro alle esigenze degli stati membri”.

Nelle ultime settimane ha girato l’Africa a caccia di accordi energetici: cosa ha ottenuto? “Dopo Algeria, Qatar, Congo, Angola e Mozambico, anche con l’Azerbaigian abbiamo rafforzato la cooperazione in campo energetico. La nostra urgenza è tutelare imprese e cittadini italiani dalla crisi del gas ed evitare ogni ricatto o speculazione”. Cosa si sente di dire a chi ha posto dubbi sul massacro di Bucha? “Da Bucha continuiamo a vedere immagini terribili, dall’Italia c’è assoluto sostegno all’accertamento dei crimini di guerra. A Bucha non ci sono finzioni o effetti speciali, ci sono cadaveri di civili ucraini massacrati e trucidati per strada, è una vergogna mondiale. È stata superata la linea rossa”. Sono crimini di guerra. “Sì, l’Italia garantirà ogni necessario supporto alla Corte penale internazionale anche tramite l’Ue per l’accertamento di questi crimini e dei loro responsabili”. Teme altri raid analoghi a quelli di Bucha? “Già, le sconfitte dell’esercito russo potrebbero trasformarsi in una reazione incontrollata, proprio per questo bisogna accelerare con i negoziati, arrivare a una tregua umanitaria e quindi alla pace”. Intanto la Russia è stata sospesa dal Consiglio dei diritti umani dell’Onu. “È un segnale molto importante, come vede, non si tratta di uno scontro tra occidente e Russia: la condanna arriva dalla comunità internazionale”. Le hanno rafforzato il dispositivo di sicurezza personale dopo le minacce che ha ricevuto via Telegram: è il segno di un clima avvelenato? “Non saranno le intimidazioni o le minacce a fermare la nostra azione, che ripeto ci deve condurre alla pace”.

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